«Papa Francesco ci ha mostrato perché Dio voleva una Chiesa latinoamericana»
Un incontro fuori dal comune ha segnato l’inizio di un’amicizia che è maturata e ha dato i suoi frutti nel tempo tra Jorge Mario Bergoglio e Rodrigo Guerra, attuale segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina. Era il 2006 nella frenetica Buenos Aires. Guerra era appena entrato in una libreria della città quasi per caso, forse per la tipica visita d’obbligo di ogni turista, quando improvvisamente si imbatté in una copia del libro Católicos y políticos (Cattolici e politici), scritto da lui stesso un anno prima per il Celam. Questa volta prefato e pubblicato, però, da Bergoglio. Questo fatto apparentemente fortuito lo portò nell’ufficio dell’arcivescovo di Buenos Aires. Cercava una spiegazione dietro quella licenza, ma tra sorrisi e quel modo fraterno che aveva di spiegare le cose, Bergoglio dissipò immediatamente i suoi dubbi.
Quasi vent’anni dopo, Rodrigo Guerra López fa parte della cerchia dei suoi più stretti collaboratori. Era suo amico e discepolo. È stato tra coloro che hanno potuto dargli l’ultimo saluto nella residenza cardinalizia di Santa Marta lo scorso aprile. L’ho incontrato a Roma la mattina della Messa funebre, praticamente una settimana prima che il suo diretto superiore, il presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, Robert Francis Prevost, assumesse la carica di nuovo papa Leone XIV. L’intervista si è svolta in uno dei saloni del Palazzo di San Callisto, situato in piazza Santa Maria nel vivace quartiere di Trastevere. Lì, sotto una cortina di luce primaverile proiettata dall’unica finestra verticale, Guerra ha raccontato dell’impatto di papa Francesco sulla Chiesa latinoamericana durante i suoi dodici anni di pontificato.
Proprio per le sue origini, papa Francesco ha prestato grande attenzione alla Chiesa di questa regione. Che cosa ha fatto che nessun altro pontefice aveva fatto prima di lui?
Per 500 anni la Chiesa dell’America Latina è stata considerata lo specchio di quella europea. Nelle storie della Chiesa, soprattutto quelle pubblicate in Spagna, dopo aver raccontato quella della Chiesa europea, veniva inserito un piccolo capitolo, come una sorta di appendice, dove quasi sempre si presentava l’Europa come evangelizzatrice dell’America Latina. In larga misura è vero, perché in effetti la corona spagnola e quella portoghese hanno indiscutibilmente evangelizzato. Tuttavia, dall’inizio della storia dell’America Latina è accaduto qualcosa che non è spiegabile con la logica della corona né dei popoli preispanici. È l’evento di Guadalupe… Il punto chiave è che l’evangelizzazione forte, incisiva e le conversioni di massa iniziano con l’irruzione di un evento, di una grazia, che non fa parte del progetto della corona, ma che corregge entrambi i mondi, sia quello preispanico, con le sue idolatrie e le sue prospettive limitate, sia quello spagnolo, spesso improntato alla logica dell’imposizione con la spada e della propria........
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