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Al Corriere sanno che il Papa sta a Santa Marta e non in via Solferino?

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04.04.2025

Caro direttore, vedo che dopo Antonio Polito anche Angelo Panebianco ha dedicato un suo editoriale sul Corriere della Sera alla “coalizione degli svogliati”, cioè a quanti – dalla Cgil di Maurizio Landini fino a Giuseppe Conte e Matteo Salvini – si oppongono al riarmo europeo. Però mi pare che l’obiettivo polemico, più che i pacifisti, siano i cattolici di Comunione e liberazione dopo che il presidente della loro Fraternità, Davide Prosperi, ha inviato a Repubblica una lettera sulla questione. E quindi non uno ma ben due editoriali del Corriere (tra l’altro, a scoppio ritardato, ben dieci giorni dopo) sono stati dedicati a tale presa di posizione da parte di Cl. Ma perché?

Pietro Saldutti Milano

Della frenesia bellica dei “volenterosi” abbiamo già scritto. Ora vorremmo chiedere: al Corriere di cosa si sorprendono? Che i cattolici italiani sanno che il Papa è quello vestito di bianco in Santa Marta e non quello in giacca e cravatta in via Solferino?

Non sono un fan dei sondaggi, ma sono rimasto impressionato dai numeri rilevati dalla Ghisleri. Il 94 per cento degli italiani è contrario all’invio di soldati in Ucraina. Il 94 per cento! Manco un sondaggio sull’amore della mamma riceverebbe percentuali simili. Dunque, delle due l’una: o praticamente tutti gli italiani sono dei codardi e degli imbecilli o sono loro a non capire che all’interno dello schieramento di quelli che loro dileggiano come “svogliati” ci sono posizioni razionali e motivate. Si può considerare Putin un criminale, ma essere comunque favorevoli a una soluzione diplomatica del conflitto in Ucraina. E ritenere che un piano di difesa europeo non debba per forza coincidere con le avventurose pulsioni belliciste del napoleoncino Macron.

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Caro direttore, come è noto, Gesù è buono. Lo sottolineano in tanti. Don Luigi Giussani gli dedica una tenera pagina nel libro Il cammino al vero è un’esperienza (Rizzoli, pag.97), quando scrive che la «gente potente, capace di scandagliare la nostra psiche, questa gente che ci parla dalle cattedre (o dai giornali, ndr), è così difficilmente buona». Gesù, invece, «prese un bimbo, se lo portò sulle ginocchia, se lo strinse al petto», risuscitò il figlio della povera vedova di Naim, valorizzava ciò che siamo, si curvava sui fiori del campo, piangeva su Lazzaro e su Gerusalemme, aveva parole di misericordia per peccatori come l’adultera, la samaritana, la Maddalena, Zaccheo. Gesù è il pastore buono. Buono, ma non “buonista”, nel significato insulso con cui viene usato solitamente questo termine. Buono, ma con un giudizio infallibile circa la verità. In questo senso, leggendo il Vangelo, rimango sempre colpito dalla inflessibilità e dalla rigorosità con cui Egli si è sempre rivolto, in tantissime occasioni, ad una categoria ben precisa, quella degli scribi e degli ipocriti. Accoglieva con tenerezza ogni peccatore pentito (a cominciare da Pietro), ma non mostrava alcuna comprensione verso chi si riteneva già giusto, cioè gli........

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