«Viviamo bene e i tempi saranno buoni». Leone XIV e lo slogan “tempista”
Caro direttore, stiamo imparando a conoscere papa Leone XIV e, devo dire, i suoi primi discorsi sono stati straordinari. Quando si è affacciato alla Loggia delle Benedizioni ha parlato della «pace», ma non di una pace sentimentale o come risultato di strategie politiche (che pure sono fondamentali), ma come «pace del Cristo risorto». E anche la sua omelia nella Cappella Sistina è stata potente: un richiamo alla missione in una società che ritiene la fede cristiana «una cosa assurda». «Questo è il mondo che ci è affidato – ha detto Leone XIV – perciò, anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”». Anche il suo discorso ai giornalisti mi è sembrato ricco di spunti, ma qui vi lascio la parola, visto che a voi era rivolto.
Mirko Dellicarri
Caro Mirko, condivido le tue impressioni. Leone XIV ha stupito tutti per la chiarezza e per la profondità delle sue parole, e ce ne è bisogno in tempi confusi, anche dentro nella Chiesa (la «Church of maybe», la Chiesa del forse, come l’ha definita ieri George Weigel in un’intervista al Corriere). Bello anche il richiamo a cercare la «verità» per «promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele”». Soprattutto, abbiamo trovata straordinaria la citazione di sant’Agostino, quando ha detto: «Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo........
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