Milano non può continuare a crescere solo per pochi
Milano è una città che amo profondamente. Perché, nonostante tutto, conserva una vitalità fatta di volti, di gesti quotidiani, di esperienze generose. Ma oggi più che mai, ho la sensazione che Milano rischi di diventare una città stanca, dove la frenesia soffoca l’ascolto, e dove chi è fragile, una famiglia con un figlio disabile, un anziano solo, una giovane madre, si sente spesso invisibile.
Da tempo, il mio impegno in Consiglio Comunale nasce da una domanda semplice e radicale: che volto ha la città per chi la abita davvero? Perché troppo spesso Milano viene raccontata attraverso grandi eventi, numeri, progetti ambiziosi. Ma il vero segno di civiltà sta in come una città si prende cura dei più piccoli, di chi ha bisogno, di chi ogni giorno fatica a tenere insieme lavoro, casa, salute, scuola.
Una Milano che rimetta la persona al centro
Credo in una Milano che rimetta al centro la persona e la comunità, non come retorica, ma come criterio operativo. Una città che ricostruisca un tessuto sociale lacerato, dando fiducia e responsabilità a quei soggetti che da sempre la tengono in piedi, quelli che chiamiamo generalmente i corpi intermedi.
Parlo di cooperative, associazioni, parrocchie, fondazioni, realtà del volontariato e del terzo settore. Sono loro che intercettano il bisogno prima dell’istituzione. Sono........
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