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Ma che è, l’Italia o Jumanji?

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thursday

E anche quest’anno l’estate italiana si presenta come un’orgia di fenomeni inspiegabili, giustificati dall’anticiclone africano e dal cambiamento climatico. C’è chi si spara ore di code infinite per salire in funivia sul Seceda, chi ingrossa le fila del turismo cafone a Venezia, e chi – armato di smartphone e paranoie – va a caccia di alligatori sulla riva del fiume Sanguinaria (nomen omen) a Ladispoli.

Sì, ancora Ladispoli. Ex regina decaduta della villeggiatura proletaria, patria adottiva di Verdone (e del suo mitologico «Io devo andà a Ladispoli»), oggi è caput strapaese, epicentro grottesco di una saga faunistica che non conosce fine: prima lo squalo volpe, poi il leone Kimba in fuga dal circo, ora spunta un alligatore.

Il caimano un sacco bello. Milano «divorata» dalla popillia

La polizia riceve la segnalazione ed è subito giallo balneare, il sindaco interviene in modalità breaking news («potrebbe trattarsi di un piccolo esemplare di caimano, tra i 50 e 70 cm. Non si esclude che possa trattarsi di uno scherzo di pessimo gusto»), la gente commenta con l’accento di Mario Brega e lo sguardo di David Attenborough dopo tre spritz. Alla fine era solo un giocattolo, ma in fondo cosa sarebbe stato un coccodrillo al cospetto di una Popillia japonica? Solo un cameo “un sacco bello” nell’orgia entomologica di un paese che come ogni estate smarrisce il confine tra zoologia e fantascienza.

Star indiscussa dell’estate, il coleottero venuto dal Giappone con la furia di un samurai e la fame di un vegetariano in astinenza

© Tempi