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La preside di Caivano, pasionaria dell’educazione

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«Una mattina sto attraversando i viali del Parco Verde quando sento una donna chiamarmi dalla finestra: “Preside, ma che ci fate qua? Venite a prendervi un caffè”. Io rispondo: “Ma tua figlia non è venuta a scuola”. E quella allarga le braccia: “Non si è voluta svegliare”. “Apri un po’ – le dico -, salgo sopra”». Così Eugenia Carfora è diventata la “preside del caffè”: non servito nei salotti dei colletti bianchi, ma bevuto nelle case dove la scuola è un lusso e la sveglia del mattino un’impresa. Era il 2018: all’Istituto “Francesco Morano” di Caivano c’erano 719 iscritti ma solo 380 frequentanti. Oggi gli iscritti sono 800 e in aula ci sono quasi tutti.

Al Meeting di Rimini, invitata a raccontare la sua esperienza nell’incontro “I rischi educativi” promosso da Tracce insieme a Paolo Valentini, coordinatore didattico dei licei della Fondazione Karis (Rimini) e a Franco Nembrini (docente che non ha bisogno di presentazioni, ma qui trovate tutto), la Carfora ha dato la sveglia al pubblico, colleghi, ragazzi e insegnanti che numerosissimi hanno partecipato. Non è un’educatrice da manuale, ma una dirigente scolastica che ha scelto la guerra vera. «Io mi occupavo di immigrati, il concorso da dirigente l’avevo fatto per scherzo, su suggerimento del Provveditore che mi vedeva........

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