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Ilaria Salis, cattiva maestrina dell’antifascismo ossessivo-compulsivo

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10.10.2025

Oh, Ilaria Salis, nostra It-girl Antifà in questi tempi a fascibus restitutis: un turbine di ideali resistenziali, capelli scompigliati dal vento di Strasburgo e un guardaroba che grida “rivoluzione low-cost”. Quando ha rischiato la revoca dell’immunità da europarlamentare, la spiegazione della salvezza è stata plastica e definitiva: «Siamo tutti antifasciste!».

Dopodiché ha celebrato il trionfo «per la democrazia, lo Stato di diritto e l’antifascismo» a pugno alzato, abbracciando Mimmo Lucano e ringraziando tutti gli antifascisti d’Europa che l’hanno sostenuta. Tipo il Ppe con i suoi franchi tiratori, gli assenti dei Patrioti e quelle «garanzie parlamentari che per anni la sinistra ha voluto abolire, considerate strumenti d’impunità», dice bene Il Foglio segnalando il simpatico epilogo della vicenda: «Lo scudo che serviva a Berlusconi oggi salva i figli dell’anti-berlusconismo».

306 a 305, Salis salva

La conta che l’ha vista sopravvivere per un soffio è esemplare della pantomima: 306 voti a favore (tra gli altri un “grazie sincero” a Picerno, Zan, Elly Schlein), 305 contrari (fascisti, evidentemente), 17 astenuti. «Salva per un solo voto di scarto, che paura. I nomi di chi mi ha aiutato? Non li farò mai», ha promesso Salis a Repubblica, mentre in tanti si affannavano a chiarire: non era un voto pro Salis ma contro Orbàn. L’essenziale, però, è che dopo tanto terrore Ilaria possa riprendere la sua Agenda Salis.

La foto postata su X da Ilaria Salis per festeggiare il voto in sua favore all’Europarlamento

Agenda Salis: fermare il fascismo e i post-fascisti

Primo punto: fermare il fascismo. Dalle cronache della Flottilla, la deputata ricava la diagnosi definitiva: «stiamo assistendo a una tendenza globale, fascista, che sempre più trasforma l’avversario politico – gli attivisti, gli antifascisti, la sinistra – o quello sociale – migranti, poveri, persone razzializzate, minoranze, etc. – in “criminale”, addirittura in “terrorista”, da rinchiudere, deportare, togliere di mezzo, costi quel che costi». Quando non è impegnata in selfie istituzionali al Parlamento Ue per certificare il suo «Io, presenzialista» contro l’assenteismo dei colleghi (ovviamente fascisti, come Angelucci), la trovi su X o in piazza a «salvare i........

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