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Il federalismo del caos sul fine vita

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29.09.2025

Non è il vuoto normativo ad averci portato nel caos, ma il suo contrario: il federalismo fai-da-te sul fine vita. Dopo la Toscana, anche la Sardegna ha approvato una legge regionale sul suicidio assistito. Cosa significa? Significa lotteria geografica della morte assistita. E come ci siamo arrivati?

Tutto parte da una sentenza, la famigerata n. 242 del 2019. La Corte costituzionale, per “salvare” Marco Cappato nel caso dj Fabo, riscrive la seconda parte dell’articolo 580 c.p. Non legalizza l’aiuto al suicidio, né introduce un diritto soggettivo al suicidio assistito, tanto meno un obbligo per qualcuno di erogarlo, ma apre una finestra: non è punibile chi aiuta a morire, se e solo se ci sono determinate condizioni. Quelle condizioni – i famosi paletti – erano pensate per chiudere pochi casi concreti. Sono diventate invece la leva con cui i radicali hanno iniziato a fare pressing sulla magistratura ordinaria e costituzionale per allargare le maglie, forzare la mano, moltiplicando ricorsi e autodenunce, facendo della disobbedienza civile la scorciatoia per ottenere l’omicidio di Stato per via giudiziaria.

Dai paletti della Consulta ai varchi

La Consulta nel 2019 disse che non è punibile chi agevola un suicidio quando: il proposito è libero e autonomo; la persona è tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale; soffre di patologia irreversibile con sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili; la verifica avviene da parte di una struttura pubblica, previo parere del comitato etico; è stata informata sulle cure palliative (condizione nascosta nelle motivazioni cui il dispositivo rinvia).

Dopo la sentenza, la Corte di assise di Milano assolve Cappato. E gli argini della sentenza diventano varchi: le nuove “azioni di disobbedienza civile” condotte da Cappato alzano il tiro, aprono nuovi filoni giudiziari, la Consulta torna a pronunciarsi più volte. Sotto il pressing di radicali e media Asl e Regioni cercano di allinearsi: ma a che cosa?

Le sentenze che hanno allargato le maglie

Dal 2019 i pronunciamenti della Corte costituzionale non chiudono, ma aprono nuovi fronti. In breve:

2019, 22 novembre, sentenza n. 242. Sul caso “Cappato” la Consulta dichiara l’incostituzionalità parziale dell’art. 580 del codice penale, lo modifica e crea un’area di non punibilità. In altre parole apre l’area di accesso al suicidio assistito.

2024, 18 luglio, sentenza n. 135. La Corte dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Gip di Firenze sull’articolo 580 c.p., ma interpreta in modo estensivo i “trattamenti vitali” (anche chemioterapia, aspirazioni manuali, farmaci oncologici).

2025, 20 maggio, sentenza n. 66. Conferma la legittimità del requisito del “trattamento di sostegno vitale”, respinge i dubbi di costituzionalità sollevati dal Gip di Milano.

2025, 25 luglio, sentenza n. 132. Dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale sollevate dal Tribunale di Firenze sull’art. 579 c.p. (omicidio del consenziente) ma nella motivazione fa riferimento a un obbligo – mai affermato prima- del Ssn di fornire strumenti per l’autosomministrazione del farmaco letale.

Dieci morti assistite, decine di procedimenti

Dal 2022 al 2025 i casi confermati di suicidio assistito in Italia sono dieci (nelle Regioni Marche, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana e Umbria). Delle 15 persone autorizzate, 5 hanno rinunciato o non sono riuscite a completare il percorso per motivi procedurali.

2022, giugno, Senigallia, Marche. Federico “Mario” Carboni, 44 anni, tetraplegico dopo incidente stradale. È primo caso in assoluto di suicidio assistito in Italia, con farmaco e macchinario reperiti tramite raccolta fondi dell’Associazione Luca Coscioni, e l’assistenza del dottor Mario Riccio (già “pietoso esecutore” di Piergiorgio Welby).

2023, luglio, Veneto. “Gloria”, 78 anni, malata oncologica. La chemioterapia viene considerata trattamento di sostegno vitale. È il primo caso in cui la Asl fornisce farmaco letale e strumentazione utile all’autosomministrazione, avvenuta a casa sotto il controllo del dottor Mario Riccio.

2023, novembre, Trieste, Friuli-Venezia Giulia. “Anna”, 55 anni, sclerosi multipla progressiva. Il comitato etico allarga il criterio dei “sostegni vitali” alla dipendenza da un’altra persona per i compiti di cura e assistenza. Primo caso con fornitura completa di farmaco e strumentazione a carico del Ssn e sotto il controllo di un medico individuato dall’azienda sanitaria, su base volontaria.

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