I pionieri dell’età dell’alluminio
C’era una volta, in Borgata Aurora a Torino, un uomo che vendeva chiodi, martelli e speranze. Si chiamava Valentino Fresia e nel 1935 aprì una ferramenta: uno di quei negozi in cui si entrava per una vite e si usciva con un buon consiglio. Erano gli anni delle serrande rumorose, dei bulloni a peso e della vita che si misurava in turni e cicli di tornio. Poi vennero i Cinquanta, e la ferramenta prese coraggio: si mise a vendere anche all’ingrosso. Fino al 1970, quando il figlio Ezio capì che in piena crisi economica non si poteva stare fermi a contare bulloni: bisognava guardare avanti. Trasformò la bottega in un’impresa moderna: sistemi per serramenti in alluminio. Fu un atto di fede nel futuro, e il futuro lo ripagò. In pochi anni Fresia Alluminio divenne un nome rispettato da falegnami e fabbri. Negli anni Ottanta l’azienda mise radici anche in Liguria e nel 2010 venne ampliato il polo logistico-produttivo di Volpiano, cuore dell’intero sistema.
Oggi la ditta è ancora una faccenda di famiglia: Ezio presidente, i figli Cristina e Valentino junior amministratori delegati. Qui si respira aria di casa senza nostalgie: da una vetrina nel Torinese alle frontiere dell’ecosostenibilità, la storia dei Fresia è un racconto d’officina e vita, dove il progresso non è una corsa ma una continuità fatta di persone, ingegno e relazioni. Intangibili eppure ben visibili.
Cristina Fresia, ad di Fresia AlluminioI colori spiccano nel grigio dei capannoni di Torino nord. Avvicinandosi in auto si compongono le illustrazioni di Ugo Nespolo: geometrie accese, forme che si rincorrono come un mosaico di allegria industriale. È la facciata della Fresia Alluminio di Volpiano, e si capisce che dietro quel muro lavora qualcuno che crede nella bellezza anche quando si tratta di barre metalliche lunghe sei metri e mezzo. Quel qualcuno è Cristina Fresia: «L’alluminio è leggero, pulito, luminoso», racconta a Tempi. «Mio padre lo........





















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