Chi tocca i nani muore
Usare i nani con cautela. Chi li tocca muore, o almeno finisce sotto indagine. Lamine Yamal, il divino maranza blaugrana, incubo dei centralini delle questure spagnole, ha compiuto diciott’anni. Ma invece di festeggiare con una rissa in discoteca o limonando al concerto dei Coldplay, ha deciso di organizzare una festa a tema gangster: cellulari sequestrati come in un summit mafioso, rapper, bulli, pupe (anzi signorine «bionde con misure di seno ben precise pagate tra i 10 e i 20 mila euro», ha precisato una di loro) e nani. Ed è subito catastrofe istituzionale con doppio scappellamento a destra.
I nani ingaggiati da Yamal: «Fateci lavorare in pace»
A cominciare è stata l’Adee, associazione delle persone con acondroplasia e altre displasie scheletriche con nanismo, che immediatamente denuncia: «Violata la legge sulla disabilità» (la Ley General de los Derechos de las Personas con Discapacidad, ndr), «Spettacolo degradante! Discriminazione!». La reazione del governo a questo punto è talmente rapida che ci si chiede se non ci sia una task force col radar sintonizzato sui centri di altezza anomala. Viene allertata la Procura, il Difensore civico, perfino l’Ufficio per la lotta ai crimini d’odio. L’indagine è aperta, la domanda è: «Che ci facevano quei nani lì?».
Quei nani lì, intanto, parlano. «Fateci lavorare in pace. Nessuno ci ha offesi. Nessuno ci ha mancato di rispetto». E ancora:........
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