50 anni di previsioni catastrofiste sul clima. Se ne fosse avverata una…
Negli ultimi cinquant’anni gli ambientalisti hanno lanciato innumerevoli profezie catastrofiste. Quelle previsioni estreme si sono rivelate tutte sbagliate; le contromisure drastiche proposte si sono dimostrate per lo più fuorvianti, e dobbiamo essere grati di non averle seguite. È bene ricordarsene oggi, mentre veniamo quotidianamente bombardati da racconti sull’“Armageddon climatico”.
Le previsioni sul clima sbagliate
Ma le politiche ambientali davvero efficaci, quelle che hanno migliorato la vita, negli ultimi decenni non sono state promosse con la paura. I paesi ricchi hanno ridotto drasticamente l’inquinamento dell’aria e delle acque grazie alla tecnologia prima e a norme intelligenti poi. I paesi più poveri stanno iniziando a fare lo stesso man mano che escono dalla miseria e possono permettersi di preoccuparsi dell’ambiente. Le foreste, nel complesso, sono aumentate: prima nei paesi sviluppati e ora sempre più anche nel resto del mondo. Non è affatto lo scenario apocalittico che ci era stato promesso.
Un recente studio peer-reviewed ha contato quasi cento previsioni di fine del mondo formulate da ambientalisti negli ultimi cinquant’anni: due terzi annunciavano la catastrofe entro l’agosto 2025. Tutte smentite dai fatti.
Quando l’allarme era la sovrappopolazione
Il primo allarme mediatico fu il libro The Population Bomb del 1968, secondo cui la crescita demografica fuori controllo avrebbe imposto sterilizzazioni di massa. L’autore sosteneva che, dato l’inevitabile sterminio per fame di centinaia........





















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