Occorre prepararsi a una cultura della difesa
Per gentile concessione dell’autore ripubblichiamo un articolo di Antonio Gozzi apparso su Piazza Levante.
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Spesso si legge e si dice che il mondo negli ultimi anni è cambiato e in peggio. Certamente ciò è vero per noi occidentali, e per noi europei in particolare.
La mia generazione ha avuto la straordinaria fortuna di nascere e vivere un lungo periodo di pace e di prosperità, una fase senza eguali e senza precedenti nel nostro continente. Un periodo in cui, contrariamente a quanto accaduto ai padri e ai nonni, la guerra non ha fatto parte della nostra vita, con tutto il suo portato tragico di lutti, di distruzione e di morte.
Protetti dall’ombrello atomico americano e dalle armi della NATO (le cui spese in questi 80 anni per più della metà sono state a carico dei contribuenti americani) gli europei si sono potuti occupare di crescita, di welfare, di diritti civili, di ambiente ecc. Ed hanno pensato di essere diventati i più bravi, intelligenti e belli del mondo; i primi della classe insomma, capaci di imporre a tutti le proprie regole e la propria visione, e a questo chiamati.
Abbiamo coniato il termine “soft power”, intendendo con questo l’illusione che tutto potesse essere regolato senza l’uso della forza ma sulla base di un sistema multilaterale di regole e diritti che la comunità internazionale, per essere tale, doveva rispettare.
Con la caduta del comunismo e del muro di Berlino........





















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