Come si tratta con arabi, israeliani e americani. La lezione di Craxi
Per gentile concessione dell’autore ripubblichiamo un articolo di Antonio Gozzi apparso su Piazza Levante.
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Sono giorni difficili, in cui tanti italiani manifestano per la fine delle sofferenze del popolo palestinese a Gaza, ma al contempo tanti cattivi maestri dei nostri giovani (tra gli altri la finta avvocata Albanese, a cui molti Comuni italiani inspiegabilmente attribuiscono la cittadinanza onoraria) difendono i terroristi di Hamas e nulla hanno da dire sul massacro del 7 ottobre, con la sua inaudita violenza su vecchi, donne e bambini decapitati, stuprati, bruciati per il solo fatto di essere israeliani ed ebrei.
Come la sinistra italiana sia incapace di prendere le distanze da queste posizioni, ed in particolare da quelli che vorrebbero trasformare il 7 ottobre nel nuovo 25 aprile, e che in testa ai cortei portano striscioni inneggianti a quella data di massacri orrendi come a un momento di resistenza è inspiegabile, se non con la drammatica vocazione minoritaria della sinistra italiana stessa. Ma non è questo l’argomento che voglio trattare oggi.
In questi giorni difficili la Fondazione Craxi ha avuto il coraggio di mandare in onda la prima di un cortometraggio sulla notte di Sigonella, un passaggio difficilissimo per l’Italia e per la sua politica estera e di sicurezza, da cui emerge la grandezza di Bettino Craxi Presidente del Consiglio.
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