Fotografia, ferite e speranza: il mondo narrativo di Sara Fruner
Ci sono libri che non si limitano a raccontare una storia, ma che sembrano nascere da una domanda antica, impossibile da mettere a tacere: come si fa a dare forma al dolore? Da secoli l’arte tenta di rispondere, con tele, sculture, parole, fotografie. Perché la ferita, se attraversata, può diventare linguaggio, e il buio, se accolto, può rivelare una luce.
È intorno a questa tensione che si muove la scrittura di Sara Fruner, poetessa e docente, che nel suo ultimo romanzo La luce laggiù (Neri Pozza) scava nella memoria, nelle relazioni familiari, nell’inquietudine di chi cerca un senso tra i ricordi e le perdite. Ospite del vodcast Il Piacere della Lettura, Fruner ci ha accompagnati in un viaggio........© Quotidiano
