I dem appioppano le bombe alla destra, ma Ranucci frena sulla pista politica
Il volto di «Report» spazza via le teorie del Pd e degli intellò sul legame tra l’attentato e la presunta deriva autoritaria
Dunque in Italia esiste un serio problema di mancanza di democrazia. Il dibattito pubblico è viziato e violento, l’informazione è sotto ricatto, la libertà di espressione è minacciata. E questo clima, dicono illustri pensatori, favorisce il manifestarsi di eventi estremi come la bomba che ha attentato alla vita di Sigfrido Ranucci e della sua famiglia. Di questo clima, ci viene ripetuto, sono responsabili le destre e più genericamente i populisti.
«Nel nostro Paese», scrive Ezio Mauro su Repubblica, «da anni è in corso una forma sottile di delegittimazione populista prima e reazionaria poi, che assimila totalmente il giornalismo all’élite maledetta (i “pennivendoli”), lo iscrive automaticamente alla classe dirigente condannata in via di principio (“i poteri forti”), lo banalizza come struttura servente del potere invece che come infrastruttura della democrazia (i “giornaloni”), quasi fosse un’industria della menzogna e non una professione che testimonia a nel suo piccolo un impegno civile».
Certo, dice Mauro, anche la sinistra ha qualche responsabilità perché quando governa si cimenta nella «lottizzazione burocratica». Ma sono appunto i populisti a mostrare «feroce disprezzo per la democrazia». Quanto alla destra di governo, dimostra un «impeto autoritario» che «sfugge al libero confronto fatto di domande e risposte, reagisce con il vittimismo alle critiche e soprattutto non tollera l’esistenza di una cultura concorrente e indipendente, considerando ogni rilievo giornalistico come una manifestazione antagonista e addirittura anti patriottica». Tutto ciò, conclude l’ex direttore di Repubblica, è «un........





















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