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Il mito spagnolo della Schlein si sgretola: il vero volto del «modello Sanchez»

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09.12.2025

Il sogno di Elly Schlein di imitare la Spagna di Pedro Sánchez si scontra con crisi politiche, tensioni economiche, alleanze fragili e scandali giudiziari. Viaggio dentro i limiti del modello iberico

L’Italia che sogna Elly Schlein somiglierebbe molto alla Spagna. Visti i fiaschi di Emmanuel Macron e dei socialisti francesi, dei laburisti inglesi e dei socialdemocratici tedeschi, la segretaria dem, nel suo pantheon, accanto a Maurizio Landini, ha riservato un posto a un leader mediterraneo: Pedro Sánchez.
Economista madrileno, 53 anni, spigliato, piacente. Il numero uno del Partito socialista operaio è premier dal 2018, quando spodestò Mariano Rajoy e i popolari. Un anno dopo, sotto la sua guida, il Psoe tornò a vincere le elezioni; non accadeva da 11 anni. Eppure, i governi di Sánchez sono stati più il frutto di scaltre alchimie politiche, che di entusiaste investiture popolari.
Il presidente del governo è sopravvissuto a una difficile coabitazione con Podemos (un Movimento 5 stelle che ha rifiutato la svolta borghese); alle temporanee dimissioni nel 2023, in seguito alla bocciatura delle amministrative; a una battaglia con la magistratura; e alla recente rottura con l’indipendentista catalano Carles Puigdemont, che dopo una lite sull’amnistia per i secessionisti, gli ha ritirato il sostegno dei suoi sette deputati di Junts (a rischio c’è l’approvazione del Bilancio). Il divorzio porterebbe la coalizione progressista a 172 seggi, contro i 176 necessari per la maggioranza assoluta.

Sul paradiso spagnolo vagheggiato dalla segretaria piddina, dunque, incombono nubi nere. Sánchez, che ha a disposizione i suoi 121 seggi più i 26 della sinistra radicale di Sumar, erede di Podemos, aveva dovuto stringere un patto scellerato con gli indipendentisti: ampie concessioni alle regioni in cambio dell’appoggio esterno. Le sigle autonomiste occupano 25 seggi nel Congresso dei deputati. Per la capofila di uno schieramento che accusa la legge Calderoli di compromettere l’unità nazionale, venerare l’uomo che sui fautori della secessione ha ipotecato la legislatura è una bella contraddizione.
Gli elettori, pian piano, stanno voltando le spalle all’idolo della sinistra italica. Il barcellonese........

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