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La tragedia di Gaza e la farsa degli artisti

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01.09.2025

Gli intellettuali di sinistra sono meravigliosi. E se non esistessero sarebbero ancor più meravigliosi.

Loro, gli intellettuali di sinistra, hanno il pregio di non deluderti mai: saldi come una pietra d’angolo, inamovibili come la Rocca di Gibilterra, talmente adesi, coesi e protesi nelle loro granitiche certezze, nelle loro adamantine parole d’ordine da farti porre una domanda a metà tra l’esistenziale e il marzulliano: ma quanti appelli pro Palestina avranno firmato gli intellettuali di sinistra dagli anni Sessanta a oggi? Una lunga, infinita, serpentesca, fluviale cateratta di appelli. Appelli su appelli su appelli. Indignazione su indignazione su indignazione. Una pletora di appelli grondanti indignata indignante indignazione.

L’ultimo episodio, l’ennesimo di una serie estenuante, è proprio di questi giorni con tanto di marcia pro Pal nel pomeriggio di ieri fuori dal Palazzo del Cinema della Mostra di Venezia, appuntamento al quale ogni intellettuale di sinistra che si rispetti non può assolutamente mancare, e tanto di appello e appello bis contro i nazisti di Israele e richiesta perentoria di censura nei confronti di due attori, una israeliana filo Netanyahu e uno britannico attivo nella raccolta di fondi per l’esercito di Tel Aviv. E non manca un regista o una registessa, non manca un attore o una attoressa - sì, avete capito, i tipici attori italiani di mezz’età pencolanti tra la serie B e la serie C - non manca un commentatore, un analista, un opinionista, un grande inviato-editorialista, soprattutto, tutti con la verità in tasca, tutti........

© La Provincia di Como