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I bambini di Gaza e quelli ucraini

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monday

Il bambino ucciso è l’abisso. Lo scandalo assoluto. La fine di tutto. La cosa che non si può vedere, che non si può sentire, che non può e non deve accadere. Perché è emotivamente insostenibile.

Lo ricorda Dostoevskij in una pagina memorabile de “L’idiota” nella quale il buono, il puro, il mitissimo principe Myskin, reincarnazione di Cristo nella Russia degli zar, rivolge il suo sguardo incorrotto sulle desolazioni dell’esistenza e riesce comunque, forte della sua fede immacolata, a dare un senso a tutte le brutture, tutte le violenze, tutti i dolori, tutte le ingiustizie del mondo, ma che a una domanda non riesce proprio a rispondere: “Perché, Signore, i bambini muoiono?”.

Ed è così, in effetti. È quindi del tutto logico l’impatto devastante che le notizie provenienti dal medioriente hanno avuto sull’opinione pubblica italian a, visto che l’ultimo rapporto sulle vittime dell’attacco israeliano ha contabilizzato giusto ieri in diciottomila i bambini che hanno perso la vita a Gaza. C’è polemica sulla affidabilità delle fonti, quasi tutte di parte, ma questo poco importa. Stiamo certamente parlando di migliaia e migliaia di bambini innocenti che non ci sono più a causa del fuoco delle armi, delle malattie, delle infezioni o della denutrizione. Una cosa spaventosa. Una cosa mostruosa. Una cosa inaccettabile.

Ed è quindi condivisibile la mobilitazione perché tutto questo finisca, gli appelli, le manifestazioni, le prese di posizione singole, comunitarie e anche dei singoli Stati. I bambini non devono........

© La Provincia di Como