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Andrea Tornielli: «Papa Francesco amava i media ma guardava le persone negli occhi»

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Andrea Tornielli, giornalista di Chioggia e direttore editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, quando ha conosciuto Bergoglio?

«Nel 2005, in piazza San Pietro. Gli regalai un libro e lui, qualche settimana dopo, mi fece recapitare un messaggio per commentare quel testo. Già all’epoca concludeva ogni biglietto chiedendo di pregare per lui».

All’epoca era ancora arcivescovo di Buenos Aires.

«Certo, sì».

La speranza è il sentimento con il quale, dopo il dolore e le preghiere, i fedeli guarderanno al futuro della Chiesa, alla scelta del successore e a come saprà interpretare il suo ruolo

Cosa l’ha colpita di lui?

«Parlo da credente che fa il giornalista: mi ha colpito subito il senso di paternità che emanava. Incontrandolo veniva spontaneo aprire il proprio cuore a quella profonda paternità spirituale».

Poi lui fu proclamato Papa. Com’è cambiato il vostro rapporto?

«Lui era il Papa e io seguivo l’informazione vaticana per la Stampa. Gli feci la prima grande intervista a dicembre del 2013: cinque pagine di giornale sul tema del Natale. Ma poi abbiamo fatto anche il libro intervista sul Giubileo della Misericordia. Ho avuto modo di vederlo in tante occasioni, pubbliche e non».

Questo rapporto si è poi evoluto con la scelta di Papa Francesco di nominarla direttore editoriale dei media vaticani. In cosa consiste, precisamente, il suo lavoro?

«Abbiamo Osservatore romano, Radio Vaticana e Vatican News: un sistema mediatico che si completa con i social network e la Libreria Editrice Vaticana. Ogni giorno usiamo 56 lingue diverse. Il nostro staff è composto da........

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