menu_open Columnists
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close

Perché non è stato un genocidio

4 1
previous day

Esistono diversi modi possibili per provare a descrivere con l’uso delle parole il terribile dramma del popolo palestinese a Gaza: massacro, orrore, eccidio, strage. Ma tutti, evidentemente, poco idonei per essere accolti di buon grado dal mainstream. O meglio, non sufficientemente adeguati per costruire quel perfetto contraltare valido per certificare l’avvenuto passaggio di Israele dallo status di vittima a quello di carnefice.

Ciò che serviva, invece, erano termini di paragone chiari e identificabili che non lasciassero alcuno spazio a dubbi o interpretazioni di parte nell’opinione pubblica. Che si rispolverassero espressioni come “soluzione finale” o “campi di concentramento”, e si accostassero lo Stato di Israele al Terzo Reich, le forze di difesa dell’Idf alle Schutzstaffel, e la figura del primo ministro, Benjamin Netanyahu, a quella del hrer del Nazismo. Occorreva, insomma, che si parlasse apertamente di “genocidio”, sebbene, nei fatti, non fosse necessario niente di tutto ciò, perché la vita prematuramente spezzata anche di un solo bambino rappresenterebbe già di per sé un’umiliante sconfitta per l’umanità intera e per........

© L'Opinione delle Libertà