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Iran, crisi idrica gravissima: il territorio sprofonda

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La fine del regime degli ayatollah potrebbe arrivare non da una rivolta di piazza o da una bancarotta economica, come avvenne al sistema sovietico, che ha potuto sopravvivere per decenni solo grazie al colonialismo in Asia centrale ed Est Europa, nonostante la sua cultura antieconomica. Una leggenda olandese racconta la storia di un bambino che salvò con un dito la diga di Haarlem, il quale si era accorto di una piccola falla nella parete della struttura. I cittadini erano preoccupati e non sapevano che fare, ma il piccolo Hans Brinker vide che la perdita consisteva in un piccolo foro che si sarebbe presto allargato per la pressione dell’acqua. Mise il suo dito nel foro per tutta una notte, impedendo all’acqua di fuoriuscire e mantenendo la diga in sicurezza fino all’arrivo dei soccorsi. La leggenda è istruttiva, peccato che le narrazioni fiabesche siano quasi morte, perché erano utili e affascinanti, certo più dell’ultimo James Bond targato Amazon, in cui Daniel Craig non usa più le armi, beve aranciata e insomma è – come dicono a Roma – ‘na palla politicamente corretta.

Middle East report riporta una situazione esattamente opposta, uno stato di “permanente situazione di siccità e carenza di acqua” (Iran has entered a state of permanent water bankruptcy). In questo caso però non ci sono bambini in grado di salvare il problema idrico, e anzi gli iraniani sono degli incatenati che non possono rovesciare una tirannia incompetente e odiata da tutti. Il rapporto The thirst of a Nation parla di “fallimento dello Stato iraniano” esponendo in dettaglio una........

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