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L’imperialismo di Xi: il mondo si tinge di giallo

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02.09.2024

Chi è un “traditore”? Per il Governo cinese, va considerato come tale qualunque cittadino della Repubblica Popolare che osi mettere in discussione il modello di governance del Partito comunista cinese (Pcc). Nell’odierna Cina è considerato “antipatriottico” persino condividere il punto di vista straniero su principi come quelli di buongoverno, corretta condotta economica e Stato di diritto. Ne consegue a mo’ di corollario che qualsivoglia critica al regime proveniente dall’esterno sia considerata una forma di attacco alla sovranità nazionale del Paese. Questa configurazione bellicista del Dragone deriva dalla postura imperialista adottata fin dal 2016 da Xi Jinping, che ha deciso di mettere la Cina al “centro degli affari mondiali”, intendendosi come tali la politica estera per la leadership del Global South in funzione antioccidentale, e la supremazia tecnologica nell’ambito della globalizzazione dei mercati mondiali. Il successo travolgente della Cina in questa sua “pathway to modernisation” (la “strada cinese per la modernizzazione”) è stata favorita dalla progressiva “ancillarizzazione” della Russia (nel senso della sua subalternità alle forniture cinesi dual use, soprattutto nel settore informatico), a causa della guerra in Ucraina e, soprattutto, dal rifiuto da parte della maggioranza dei Paesi del Sud globale di riconoscersi nel modello democratico occidentale, fondato sullo Stato di diritto. Al centro di questa........

© L'Opinione delle Libertà


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