Referendum sulla cittadinanza: ¡No pasarán!
Il Comitato promotore del referendum sulla cittadinanza ha raggiunto il quorum delle 500mila firme richieste dalla legge per proporre l’abrogazione di due parole contenute nella lettera b) e del disposto della lettera f) dell’articolo 9 della Legge 5 febbraio 1992, numero 91 che disciplina la concessione della cittadinanza a soggetti stranieri che la richiedano. Lo scopo politico dei promotori si focalizza sulla riduzione a 5 anni del requisito del soggiorno legale propedeutico alla richiesta della cittadinanza italiana, in luogo dei dieci anni previsti dalla normativa in vigore. Con il deposito in Cassazione si mette in moto la macchina amministrativa che porterà i cittadini alle urne la prossima primavera, una volta che il quesito referendario avrà superato l’esame di legittimità da parte dell’Ufficio centrale referendario istituito presso la Corte di Cassazione (articolo 12 della legge del 25 maggio 1970, numero 352). Accogliamo con interessato entusiasmo l’iniziativa perché, finalmente, gli italiani potranno dire la loro su un tema di bandiera della nouvelle vague progressista. E potranno assestare un sonoro ceffone ai radical chic, rosi dal rancore per la perdita dell’egemonia culturale esercitata per anni sulla società italiana con pugno di ferro. Ma c’è di più.
L’iniziativa di modifica della legge sulla cittadinanza s’inquadra nei forsennati tentativi della sinistra di riappropriarsi della casamatta della morale collettiva – fonte di straordinario potere – attraverso le battaglie sull’estremizzazione dei diritti civili. Si tratta, per i “compagni”, dell’unico conflitto sociale praticabile dopo aver perso per strada, con la caduta del comunismo, il leitmotiv della lotta di classe. Nello specifico, sebbene il quesito referendario sia rivolto a modificare solo un aspetto, per quanto non secondario, della normativa sulla cittadinanza, ciò che viene messo in gioco reca in contropartita un cospicuo plusvalore. Il non detto della proposta di modifica della legge sta nell’obiettivo prioritario che la sinistra vuole raggiungere: la restaurazione del paradigma........
© L'Opinione delle Libertà
visit website