menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Europei? Quando fa comodo agli altri

7 6
25.09.2024

Se volessimo buttarla in barzelletta diremmo: non siamo noi antieuropeisti, ma solo loro che sono sovranisti. Avremmo torto? Probabilmente, no. A proposito di sovranismo e sovranisti, occorre mettere in chiaro un dato incontrovertibile che la manipolazione propagandistica degli “europeisti a oltranza” di casa nostra nasconde: esistono movimenti sovranisti e Paesi sovranisti. Fare la differenza tra ciò che afferisce all’ideologia e l’insieme delle scelte politiche ed economiche fattualmente realizzate da un’organizzazione statuale è dirimente per valutare realisticamente le prospettive di sopravvivenza della stessa Unione europea. Già, perché un conto è proclamare il sovranismo a parole, un altro è realizzarlo nei fatti. Diciamo questo perché, nella qualità dei rapporti statuali intracomunitari, avvertiamo con crescente disagio l’amplificarsi della divaricazione delle forme rispetto alla sostanza. Per un verso, veniamo sommersi fino allo sfinimento da vacue enunciazioni di buona volontà sul processo d’integrazione dell’Unione europea in uno spirito di perfetta reciprocità; sull’ineluttabilità della costruzione del mercato unico, come sollecitato da Mario Draghi nel suo recente rapporto sulla competitività dell’economia europea; sulla necessità di unirsi per fare massa critica nel confronto con i grandi player geopolitici globali; sul presentarsi al mondo con una sola voce potente; sul partecipare a un’Unione di Stati con pari dignità e pari diritti; in una parola, sul sogno della cittadinanza comune europea.

Poi, però, nella prassi quotidiana registriamo vicende discutibili come quella che sta interessando l’italiana Unicredit. Di cosa si tratta? L’azienda di credito di Piazza Gae Aulenti (Milano), all’inizio del mese scorso, ha acquisito il 9 per cento della Commerzbank, quarto istituto di credito tedesco per ordine di grandezza. Di questo 9 per cento, una metà è stata acquistata sul mercato e l’altra metà a un’asta indetta dal Governo tedesco. Ieri l’altro, Unicredit ha annunciato di aver innalzato la propria partecipazione in Commerzbank al 21 per cento e di puntare al........

© L'Opinione delle Libertà


Get it on Google Play