Eisenhower e la profezia inascoltata
Quando la tecnica divora la democrazia
Nel gennaio del 1961, mentre si apprestava a lasciare la Casa Bianca, Dwight David Eisenhower, un generale divenuto presidente, pronunciava parole che sarebbero risuonate attraverso i decenni come un monito profetico, senza tuttavia comprendere la radicalità del processo che stava descrivendo. L’avvertimento contro il “complesso militare-industriale” non era soltanto l’analisi lungimirante di un uomo di Stato, ma il sintomo di una trasformazione epocale che rivelava la natura ultima della tecnoscienza: un apparato il cui scopo non è la realizzazione di questo o quel fine determinato, ma la realizzazione di ogni possibile scopo, l’aumento indefinito della potenza fino al raggiungimento dell’onnipotenza. Quando Eisenhower osservava che “siamo stati costretti a creare un’industria di armamenti permanente di vaste proporzioni”, stava involontariamente descrivendo la manifestazione concreta di questa logica: la tecnoscienza non si limita a produrre strumenti per la guerra o per la pace, ma si configura come l’apparato universale per la realizzazione di qualunque scopo, sia esso la distruzione del nemico o la sua pacificazione, la difesa della libertà o la sua soppressione. La tecnoscienza non è quindi uno strumento al servizio dell’economia, ma l’espressione paradigmatica di un potere che mira a rendere possibile tutto ciò che può essere reso possibile, senza limitazioni di principio. La logica dell’onnipotenza si dispiega indifferentemente attraverso la produzione di “vomeri” o di “spade”, poiché il suo scopo ultimo non è né l’agricoltura né la guerra, ma l’incremento indefinito della capacità di realizzare qualunque fine.
Ma perché questo processo è incontrollabile e infinito? La risposta risiede nella condizione fondamentale dell’Occidente moderno: la morte di Dio, ovvero la dissoluzione di ogni orizzonte di verità assoluta che possa fungere da limite e da criterio per l’azione umana. In un mondo in cui non esiste più una verità eterna e immutabile che possa stabilire il bene e il male, il giusto e l’ingiusto l’unico criterio rimasto è l’efficacia che segue dall’incremento della potenza. La tecnoscienza diventa così l’unico linguaggio universale........
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