Non c’è più tempo: bisogna svuotare le carceri e dire stop a nuovi reati
Condannati dall’Europa, anche di fronte alla vergogna di classifiche che ci relegano in fondo ai Paesi civili, opponiamo solo un fiero tergiversare di fronte a quella che definiamo “emergenza carceri”. Abituati a considerare le celle delle discariche in cui nascondere ciò che riteniamo rifiuti sociali, seppelliamo in loculi da sepolti vivi, non solo l’umanità, ma il nostro stesso interesse. Perché il carcere che incattivisce produce recidiva.
Il sovraffollamento, con punte ben oltre il 150 per cento, si traduce in 16 mila reclusi in più della capienza, cui fanno da contrappeso 18mila operatori in meno. Non solo poliziotti, ma anche educatori e psicologi. Ai suicidi, 37 detenuti dall’inizio dell’anno, devono aggiungersi tre addetti agli istituti. Quelle che il governo ama definire rivolte, spesso sono proteste sacrosante – non tutte violente, ma ora sanzionate ugualmente........
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