In 3.640 all’estero: +13%: «Non dobbiamo perdere i nostri migliori talenti»
DALLA BERGAMASCA. Nel 2024 tornano a crescere gli espatri. Metà è under 40. Confindustria: cervelli da trattenere. Si «esportano» turismo e ristorazione.
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Anno dopo anno, i numeri restano essenzialmente quelli: oscillano leggermente, ora di nuovo al rialzo, e danno conto di come ci sia un pezzo di Bergamasca costantemente con la valigia in mano. Destinazione estero. Nel 2024, secondo i nuovi dati dell’Istat, sono stati 3.640 i residenti della provincia di Bergamo che si sono trasferiti stabilmente – cioè cambiando la residenza – in un altro Paese. L’ultimo anno ha visto un 13,5% rispetto al 2023, dopo alcuni anni di flebile diminuzione; si è sostanzialmente tornati sui livelli del 2019, pre Covid, e del 2020, quando gli «expat» erano stati rispettivamente 3.670 e 3.642.
Dentro quelle cifre c’è un fenomeno sfaccettato, multiforme, che abbraccia le diverse forme e motivazioni dell’emigrazione: giovani laureati che vanno a svolgere lavori d’alto profilo in altri Paesi, italiani con titoli di studio più bassi che cercano fortuna nel manifatturiero o nella ristorazione, stranieri che tornano nella terra d’origine o che scelgono di muoversi in un altro Stato. Ma il tema di fondo è sostanzialmente comune, e racconta della forza d’attrazione esercitata da altri Paesi, mentre l’Italia fatica a calamitare talenti.
In tempi d’inverno demografico, l’emorragia di lavoratori – a prescindere dalla qualifica – è sempre una........
© L'Eco di Bergamo
