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Romea, la strada della paura: racconti di chi ci lavora, ci vive e la percorre ogni giorno

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21.04.2025

C’è chi ci lavora, chi ci vive, chi la percorre ogni giorno, chi la evita per timore. Le storie di chi convive con la Romea raccontano sfumature diverse, spesso segnate dai drammi degli incidenti, dei rallentamenti conseguenti o dei cantieri con inizi certi e epiloghi purtroppo meno tassativi.

La Romea, con i suoi 144 chilometri a cavallo di due regioni e sei province, per molti è una maledizione: una strada fra le più pericolose d’Italia, con un tasso di incidenti gravi che giustifica il nome sempre più usato di “strada della morte”.

Lo sanno bene i pendolari da Mestre, Padova, Chioggia, spesso prigionieri per ore in auto o in pullman perché non ci sono strade alternative; lo sanno gli autotrasportatori, che la percorrono a tratti e spesso si sentono accusati di essere una delle concause di incidenti; lo sanno i parenti delle vittime.

Nei giorni successivi agli schianti, tutti protestano, suggeriscono ricette per ridurre la pericolosità, ma il sentimento predominante è l’impotenza e la rassegnazione. «La velocità è spesso la causa principale degli incidenti», racconta Nicola Veronese che assieme al fratello gestisce l’azienda fondata dal padre negli anni Sessanta, Arc Restauri, a pochi metri dall’incrocio semaforico di Valli, sulla Romea.

«In questi decenni ne........

© Il Mattino di Padova