Così Fagnani dimentica la lezione di Leosini e (ri)processa Bossetti
Quarto grado di giudizio: è quello a cui è stato sottoposto ieri sera Massimo Bossetti al programma di Rai2, Belve crime, condotto da Francesca Fagnani. Settantaquattro minuti di faccia a faccia dal carcere di Bollate, dove l’uomo è rinchiuso da undici anni per l’omicidio di Yara Gambirasio, il muratore di Mapello è stato sottoposto ad un vero e proprio “interrogatorio” dalla conduttrice, che sembra aver indossato le vesti del pubblico ministero, abbandonando quelle della giornalista curiosa, brillante, empatica che abbiamo imparato a conoscere nel suo format originario.
Se è vero che ci ha abituato a interviste scomode ai suoi ospiti, qui lo scontro dialettico è apparso subito impari. Da un lato una professionista del giornalismo, dall’altro un uomo in una posizione di debolezza fisiologica, quella di un condannato all’ergastolo dietro le sbarre, e privo degli strumenti concettuali per fronteggiare l’accavallarsi delle domande. O meglio delle continue obiezioni da stanza degli interrogatori o da Aula di Tribunale sollevate dalla Fagnani rispetto ai racconti forniti dall’ex muratore su quella triste vicenda. Una storia tragica per due famiglie: quella di Yara ma anche quella di Bossetti.
Da un lato due........
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