Calenda: «No al campo largo» Ma i calendiani locali stanno con Pd e M5S
«Mi taglio le mani piuttosto che consegnare la Campania a Roberto Fico”. È una delle espressioni più eclatanti con cui Carlo Calenda ha scelto di marcare, ancora una volta, una linea di confine netta con il campo largo del centrosinistra, ogni qual volta decida di dare spazio ai Cinque Stelle. Ma la battaglia del leader di Azione, che da tempo si muove come un cavaliere solitario nel panorama politico italiano, sta assumendo sempre più i contorni di una lotta contro i mulini a vento. Mentre affila le armi contro Pd, M5S e persino i suoi acerrimi amici e ex alleati di Italia viva, nei territori il partito sembra non rispondere più agli ordini del centro.
Con la sua ultima intervista al Corriere della Sera, Calenda ha attaccato frontalmente Elly Schlein e quella che definisce la sua “sottomissione” a Giuseppe Conte. Un affondo arrivato a ridosso delle elezioni regionali che ha finito con l’evidenziare una frattura crescente tra la narrativa nazionale di Azione e la sua traduzione nei contesti locali.
Il caso Calabria è........
© Il Dubbio
