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Dall’orgoglio ferito di Atreju allo scontro sotterraneo con i Berlusconi e Occhiuto: il leader azzurro respinge l’idea dei “volti nuovi”

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19.12.2025

L a rabbia e l’orgoglio di Antonio Tajani, per chi lo conosce dal 1994, da quando cioè era il portavoce del premier Silvio Berlusconi, un porta-silenzi che diplomaticamente e un po’ acrobaticamente conviveva con l’altro portavoce di tutto il governo, il più effervescente Giuliano Ferrara, sono andati già in onda domenica scorsa nel suo saluto dal palco di Fdi, alla festa di Atreju.

Il discorso del solitamente low profile “Antonio” ha messo in campo una voce più alta di qualche decibel e con un tono molto più appassionato del solito. L’applausometro di FdI, dei giovani soprattutto, si è impennato. Il solitamente per alcuni “troppo calmo” Tajani, se non al cloroformio stile vecchia Dc, si è trasformato in un Antonio di lotta al posto di quello di governo, da capo della Farnesina. Ha sottolineato anche che lui si sente «a posto con la sua coscienza», «poi gli altri dicano quello che vogliono». Molto difficile non immaginare che quel discorso avesse in realtà come primo destinatario Pier Silvio Berlusconi, tornato alla carica nella richiesta di “volti nuovi” in Forza Italia, pur naturalmente ringraziando Tajani e la sua squadra «per........

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