Tra Vannacci e Giorgetti, Lega in cerca d’autore
C’è un paradosso che attraversa la Lega e che ormai non si può più nascondere. Da un lato lo “standing” sempre più istituzionale di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia che difende la manovra con un lessico da contabile europeo; dall’altro l’onda lunga del generale Roberto Vannacci, vicesegretario e militante mediatico che strizza l’occhio ai nostalgici del Ventennio e promette un libro apertamente revisionista. In mezzo, Matteo Salvini, chiamato ogni giorno a ricucire strappi che lui stesso ha contribuito a produrre elevando Vannacci a numero due contro lo scetticismo dei militanti storici.
Il perimetro di Giorgetti è chiaro e, soprattutto, coerente. Ribadisce che «il Governo è già intervenuto negli anni scorsi sui redditi più bassi, e ora tocca al ceto medio». Ricorda di aver «messo circa 18 miliardi l’anno scorso» e di averli «rimessi quest’anno per i redditi inferiori a 35 mila euro», rivendica lo «sforzo» fino a 50 mila e «aliquote ridottissime per redditi fino a 28 mila euro». È la grammatica della responsabilità: «far quadrare il cerchio con risorse limitate» in un contesto in cui «alle guerre armate si aggiungono quelle........





















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