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Io, da sempre garantista sono in prima linea anche qui a Rebibbia

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Riceviamo da Gianni Alemanno e pubblichiamo nel rispetto delle norme dell’Ordinamento Rebibbia, 27 luglio 2025 208° giorno di carcere

C’era una cosa che mi assillava, tra le altre, quando sono arrivato nel carcere di Rebibbia: cancellare dalla testa dei miei compagni di prigionia l’idea che io fossi l’ennesimo politicante tutto proteso a far sgarbi agli altri proprio “fregandosene del popolo”. Nel caso specifico il pregiudizio era che, essendo io un esponente politico “di destra”, la mia linea politica fosse “legge e ordine” e “buttiamo la chiavi” delle celle dei detenuti.

In effetti, un paio di giorni dopo essere entrato, fui affrontato nei corridoi del carcere da Mauro, un anziano detenuto, con i capelli lunghi e il look da hippy, che mi accusò di aver sempre votato in Parlamento contro i diritti dei carcerati. Sul momento lo affrontai strillandogli che non era vero, poi i miei compagni di cella, con un vero agio di solidarietà, si preoccuparono di farmi arrivare le scuse da parte di Mauro.

In effetti, quel pregiudizio non corrispondeva alla realtà. Io nasco in quel mondo militante degli anni ’ 70 che, durante gli anni di piombo, fu duramente perseguitato da Magistratura e Polizia in nome dell’“antifascismo militante”. Quasi solo le nostre “squadre” – stretti, attenti, scontri di piazza – era sempre colpa nostra: non colpa di un singolo o un gruppo che poteva aver sbagliato, ma una “colpa collettiva” che riguardava tutto il nostro mondo e lo esponeva a essere vittima di ogni forma di ritorsione, da quella poliziesca a quella........

© Il Dubbio