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Verini: «Caro Franceschini, stai sbagliando. Pericoloso rendere il Pd radicale»

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wednesday

Senatore Verini, parlando con Repubblica Dario Franceschini ha detto che il Pd del «ma anche», quello di un partito autosufficiente, «è stato un bel sogno ma non più realistico». È d’accordo?

L’intervista di Franceschini a me non è piaciuta. Innanzitutto perché - dicendo che le elezioni si vincono solo mobilitando, fidelizzando “i tuoi elettori” - sembra ipotizzare una sorta di bipolarismo radicalizzato. In un momento come questo, di drammatici rischi nel mondo, in Europa e in Italia, davanti alla domanda di fiducia e speranza che mancano, il Pd deve provare a parlare al Paese, a milioni di astenuti. Non solo ai “suoi” elettori. Per questo riterrei pericoloso e letale archiviare l’ispirazione originaria del Pd.

Pensa che anche Schlein lo stia facendo?

Affatto, e anzi proprio perché la Segretaria ha ben ricostruito proposte e rapporti sociali su temi fondamentali ( lavoro, scuola e sanità pubblica, transizione ambientale) oggi si deve e si può parlare “anche” di impresa, di innovazione, di crescita. E di sicurezza, declinata non come fa la destra, ma con proposte di prevenzione e di contrasto tipiche della cultura progressista. Del resto, i candidati Pd alle Regionali ( da Ricci e Giani a De Caro) non si rivolgono, per vincere e convincere, solo a una parte della società, “ma anche” all’insieme delle persone e delle forze e dei mondi sociali. Proprio in questo tempo di radicalizzazioni c’è bisogno di sguardo e di visione aperti. Non identitari e a rischio di cultura minoritaria.

Pensa quindi che sia ancora possibile tornare a un Pd primo partito nel Paese, capace di trainare tutta la coalizione?

Non dico che se il Pd camminasse in questa direzione torneremmo al........

© Il Dubbio