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Sorpresa: il processo sul suicidio assistito trasloca alla “frontiera”

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wednesday

Il reato, se c’è, va cercato alla “frontiera”. Ecco l’ultimo colpo di scena nel procedimento scaturito dal caso di Massimiliano, morto in Svizzera tre anni fa ricorrendo al suicidio assistito: gli atti del processo a Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Coscioni, Felicetta Maltese e Chiara Lalli saranno trasferiti alla procura di Como, come ha stabilito oggi il Gup di Firenze. Che accogliendo in parte l’eccezione sollevata dalla procuratrice aggiunta Marilù Gattelli ha dichiarato l’incompetenza territoriale del tribunale toscano.

I tre sono indagati per aver accompagnato Massimiliano in Svizzera, una disobbedienza civile per la quale si erano autodenunciati a Firenze una volta rientrati in Italia. Ma sarebbe Como, secondo il Gup, l’ultima parte di territorio italiano dove si è compiuta l’azione di aiuto al suicidio, un reato previsto dall’articolo 580 del codice penale e punito con la reclusione da cinque a dodici anni di carcere. «Purtroppo ci saranno tempi più lunghi. I nostri tre assistiti da due anni e mezzo aspettano una decisione che ha una portata diretta sulle loro libertà e indiretta sulla libertà di persone nelle condizioni simili a quelle di Massimiliano che vorrebbero porre fine alle........

© Il Dubbio