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Franzo Grande Stevens: l’avvocato che ha fatto un secolo di storia

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Il potere in Italia ha avuto i suoi segreti. Ma non nel senso più retrivo e più banale, non sotto la specie dei misteri e delle trame oscure. Ci sono segreti, cioè risorse segrete, quasi invisibili o almeno poco ostentate, eppure preziosissime, provvidenziali, che spiegano la storia del Novecento. E anzi l’hanno scritta. Franzo Grande Stevens, scomparso ieri a 96 anni, una vita dedicata alla “religione dell’avvocatura”, un ossequio quasi mistico, per la professione, è uno di quei meravigliosi segreti. Una delle carte a cui i grandi della società, della finanza e dell’industria italiane del secolo scorso si sono affidati nei momenti più difficili.

Grande Stevens è stato l’architrave che ha sorretto le ambizioni di un uomo d’impresa straordinario, Gianni Agnelli, ma ne ha rappresentato anche l’alter ego. Da una parte, ai vertici della famiglia che ha cambiato il capitalismo industriale italiano, un uomo ironico, potente, un primattore. Dietro le quinte, una figura settecentesca, coltissima (lo era anche Agnelli, certo) e devota a un senso del rigore, nel vestire la toga come nel guidare alcune fra le più grandi società della finanza come dello sport, assoluto.

Sono trascorse poche ore da quando la famiglia ha dato la notizia, dalla fine di Franzo Grande Stevens, e dalla conferma affidata alle condoglianze di John Elkann, che ha evocato «l’amico della mia........

© Il Dubbio