Giudici mattatori e populismo penale: la deriva “ all’italiana” della Francia
L’ultimo Capo di Stato francese a finire dietro le sbarre fu Luigi XVI nel giugno 1791; accusato di alto tradimento dalla Convenzione nazionale verrà decapitato l’anno successivo. Fortunatamente Nicolas Sarkozy non corre questo pericolo, ma la sua incarcerazione rappresenta un passaggio epocale e, a suo modo, gravissimo per la decadente Quinta Repubblica.
Non si tratta di lesa maestà o di privilegi regali da accordare a un vip, ma della sostanza stessa dell’inchiesta che ha portato alla sentenza di condanna, dell’arbitrarietà con cui i giudici hanno disposto la detenzione prima del giudizio di appello, della presunzione di innocenza fatta a brandelli, di un processo contro le intenzioni, del morboso circo mediatico che ha esposto l’ex presidente alla gogna globale. Tutti elementi che in Italia conosciamo bene e che anche i cugini francesi stanno iniziando a sperimentare sulla propria pelle, o meglio su quella dello Stato di diritto.
Negli studi televisivi dove rimbalzavano le immagini del mesto corteo di automobili che scortava Sarkozy verso il carcere parigino della Santé, i giornalisti più schierati non riuscivano a trattenere i sorrisetti, gli sguardi compiaciuti,........
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