Le vere parole di Borsellino: «Falcone fu isolato dai colleghi e sostenuto dal governo»
La stessa corporazione che tenta, invano, di usare Giovanni Falcone come sponsor del No alla separazione delle carriere, non fa ancora i conti con il passato. Usare Falcone, quando lui stesso era osteggiato anche per il suo spirito riformatore della magistratura, non rende giustizia. Purtroppo non fa i conti con la stessa sentenza del Capaci Bis, che ha individuato nella strage una sinergia che «si avvaleva della cooperazione (almeno) colposa di alcuni settori della Magistratura e che agevolava il processo di isolamento intrapreso nei confronti di Giovanni Falcone».
Non è stato solo un magistrato ucciso dalla mafia. È stato, prima di tutto, un magistrato isolato e delegittimato da una parte significativa della sua stessa istituzione. Paradossalmente ha dovuto trovare sostegno nel potere politico, il quale non solo lo ha sostenuto accogliendolo al Ministero della Giustizia, ma – come ha affermato Paolo Borsellino in una delle sue ultime interviste (di cui, ovviamente, Il Dubbio ha l'audio) del 24 giugno del 1992 – c'era anche l'ipotesi che fosse in procinto di avere una carica governativa.
L'immagine dell'eroe che muore per mano di Cosa Nostra è potente, ma incompleta. La verità, nascosta tra i verbali del CSM, le sentenze e le memorie, è che l'ostilità di molti suoi colleghi – alimentata da gelosie di carriera, lotte di corrente, divergenze ideologiche sulla lotta........© Il Dubbio





















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