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Salute, l’AI fa fare degli errori (anche gravi)

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Fino a poco tempo fa, Google era lo strumento principale utilizzato dalle persone per ottenere risposte rapide su sintomi o referti medici. Anzichè attendere qualche giorno per un consulto con un professionista, si preferiva consultare il motore di ricerca. Oggi, questo ruolo è stato assunto dall’Intelligenza Artificiale (AI). Infatti, è sempre più diffusa l’abitudine di caricare i referti medici o le radiografie sui sistemi intelligenti, come ChatGPT, per chiedere interpretazioni o ricevere delle diagnosi.

In generale, l’AI applicata al settore sanitario rappresenta una risorsa fondamentale. Essa può supportare la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle malattie. Alla base di tutto ciò però ci sono i dati, che sono necessari per alimentare gli algoritmi e sono in grado di prevedere rischi, ottimizzare i costi sanitari e personalizzare le terapie. Tuttavia, l'utilizzo dei dati sensibili non può ignorare la tutela della privacy dei cittadini.

A tal proposito, il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente lanciato un allarme sull’uso improprio dell’AI in ambito medico. Oltre al rischio concreto di perdere il controllo sui propri dati sanitari, esiste anche la possibilità che le risposte fornite dai chatbot siano inaccurate, visto che questi strumenti non sono né progettati e né........

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