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L'Europa dopo i dazi: è tempo di leadership, non di sopravvivenza

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28.07.2025

L'accordo sui dazi tra Stati Uniti e Unione Europea mette un punto a una lunga telenovela che poteva degenerare in una pericolosa guerra commerciale. Deve rappresentare, però, un momento di svolta che dovrebbe spingere l'Europa a ripensare radicalmente il proprio ruolo nell'economia globale. Non possiamo più permetterci di essere semplici spettatori di decisioni prese altrove. È vero, i dazi al 15% sono un punto di atterraggio alle minacce del 50% prima e del 30% dopo.

La questione vera è chiederci: cosa ha imparato l'Europa da questa crisi? Come può trasformare una fase difensiva in un'opportunità di crescita?

Per troppo tempo l'Unione Europea si è limitata a reagire agli shock esterni, dalla crisi finanziaria del 2008 a questa guerra commerciale che ci ha colti impreparati. È tempo di cambiare paradigma: da continente che subisce le decisioni altrui a protagonista che plasma il proprio destino economico.

La Commissione europea guidata da Ursula von Der Leyen e la Bce hanno davanti a sé un'occasione storica. Non si tratta solo di utilizzare gli strumenti tradizionali di politica economica. L'Europa deve diventare l'architetta del proprio bene comune, non la semplice amministratrice di regole pensate per un mondo che non esiste più.

Le nostre cooperative e le nostre imprese stanno già pagando il prezzo di questa mancanza di visione strategica. I dazi al 15%, combinati con la svalutazione del dollaro, rappresentano un fardello che molte realtà produttive faticano ad assorbire. Il problema di fondo, però, non sono i singoli shock esterni: è la fragilità strutturale di un sistema che non ha mai sviluppato una vera autonomia strategica. Non tutte le nostre imprese hanno le spalle larghe per sostenere questi costi........

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