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Tevere corsaro, il docufilm sulla battaglia per il Sentiero Pasolini

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Salici, pioppi, fichi, palme, boschi palustri e canneti: praterie verde acquarello a perdita d’occhio, rovi, papaveri e platani, tra i quali risuona il chiacchericcio intermittente del germano reale e delle garzette che sorvolano parallelepipidi di cemento abbandonati, dune di laterizi, cave occasionali, cancelli che affondano nell’erba, mentre all’orizzonte avanza il fronte residenziale di condominii e consorzi urbani. È il paesaggio di questo film documentario che racconta della lotta di una comunità di cittadini che, dal 2017 ad oggi, tenta di liberare una via ciclabile sull’argine sinistro del Tevere che raggiunga Ostia: il Sentiero Pasolini.

Protagonisti ne sono, tra gli altri, una strenua contadina che difende la sua residenza, e la sua impresa agricola, presso il Fosso della Cecchignola, dall’urbanizzazione che vorrebbe espropriarle terreno e attività e un norvegese che vive in Italia dagli anni ‘70 (e che a suo tempo tradusse nella sua lingua Teorema di Pasolini), la cui determinazione è inarrestabile quanto la loquacità.

Mentre racconta il formarsi di una comunità dietro una lotta civile fatta di marce collettive, lavori volontari (per liberare i tracciati viari delle strade dell’argine), interlocuzioni animate con vigili, polizia municipale, funzionari pubblici, avvocati e sentenze, confessioni personali e riti domestici, il film, che nasce da un lavoro di riprese di 4 anni, sottrae all’anonimato una società che vive ai margini della Roma dei TG, della cronaca politica, dell’overturism, un popolo per il quale il rapporto con la........

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