Finanze vaticane: Leone sul cammino di Francesco: "Non possiamo rilassarci"
Papa Leone confida nella sua prima intervista per il libro biografico della giornalista americana Elise Ann Allen che “non sa ancora” come gestirà il problema delle finanze vaticane. Ma che in ogni caso, al tempo stesso ha ormai “alcune idee chiare”. La prima di tutte è che bisogna “evitare le scelte sbagliate che sono state fatte negli ultimi anni”.
Affermazioni che giungono a pochi giorni dall’apertura del processo di appello per il più grande scandalo vaticano dai tempi del crack Ambrosiano: in primo grado sono stati condannati a svariati anni e a maxirisarcimenti per 200 milioni, il cardinale Angelo Becciu, il finanziere Raffaele Mincione, il broker Gianluigi Torzi, il dipendente della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi, e altri cinque imputati.
“C'è stata una grande pubblicità data all'acquisto di questo edificio a Londra, Sloane Avenue, e a quanti milioni sono stati persi a causa di ciò. Penso che già durante i tempi di Francesco, siano stati fatti passi significativi per mettere nuovi controlli ed equilibri, controlli, su come sarebbe stata l'operazione finanziaria, su come avrebbe funzionato. Ci sono state alcune cose molto positive in questo senso, quindi i risultati si stanno mostrando". Con il rigore che solo i laureati in matematica possono avere, Robert Prevost aggiunge: "Non sto dicendo che possiamo rilassarci e dire che la crisi è finita. Non credo che la crisi sia finita, penso che dobbiamo continuare a lavorare su questo, ma non sto perdendo il sonno per questo, e penso che sia importante che comunichiamo un messaggio diverso. Ho avuto un incontro con il Consiglio dell'Economia, che era un'altra struttura che Francesco ha creato per avere una maggiore supervisione su queste diverse entità. Erano d'accordo con me, hanno detto che parte del nostro problema sono state le comunicazioni, e che il Vaticano ha spesso dato il messaggio sbagliato, il che certamente non ispira le persone a dire, "oh, mi piacerebbe aiutarti", [ma piuttosto], "terrò i miei soldi, perché se non hai intenzione di amministrare correttamente, perché dovrei darti più soldi?".
Chiaro qui il riferimento alla crisi di donazioni in particolare dagli Stati Uniti, che è stata una delle questioni sul tappeto nelle discussioni del pre-Conclave in particolare tra i vertici delle fondazioni americane presenti a Roma in quei giorni, a cominciare dalla Papal Foundation.
È importante però sottolineare che per Leone XIV non si tratta affatto di imbellettare i fatti, non si tratta di cambiare la narrativa, lo storytelling, lasciando le cose come sono state,........© HuffPost
