La pace disarmata e disarmante appartiene agli esseri forti
Papa Leone XIV non poteva esordire meglio nell’esprimere la versione politica e sociale più strutturata del suo predecessore, come forse il suo stesso predecessore Francesco avrebbe voluto (e forse ha anche pianificato).
La reazione dell’opinione pubblica e dei pubblici decisori però pare non in linea con il fortissimo valore delle parole scolpite dal nuovo Pontefice nel suo primo discorso al mondo intero. Siamo ancora una volta dinanzi alla minimizzazione di un messaggio forte e argomentato, rivolto ai singoli e alle comunità, ai decisori pubblici e ai popoli. Troppo semplice pensare all’ennesimo messaggio pacifista o pensare che lo stesso sia solo confinato all’argomento riferito ai conflitti bellici.
Pace disarmata vuol dire pace costruita senza l’uso delle armi. Pace che si costruisce nella relazione con l’altro (sia esso individuo, gruppo, Stato, ecc.) richiedendo una forza che è prima di tutto psicologica e che tiene a sé il massimo livello di autenticità. È la forza del perdono e di chi è pronto ad abbracciare il nemico, rara, non di tutti. È la forza di chi dialoga disarmato, “armato” solo di argomenti e soluzioni di equilibrio e mediazione, e non di armi, minacce, corruttele, tentazioni, potere economico, abuso di posizione dominante, ecc. Quanto è debole il mafioso, il bullo, il furbetto, il maltrattante, lo sfruttatore, il prepotente, l’aggressore armato, ecc.. Si badi bene, tutte categorie di esseri umani affette dalla sindrome del possesso del proprio “recinto”, della scorciatoia e della paura di perdere qualcosa, profondamente fragili e deboli da non riuscire a sbrigarsela da sé con sé stessi e con gli altri. Pare chiaro che non può definirsi forte e bravo un caporale che sfrutta l’immigrazione clandestina per fare utili o qualunque imprenditore che sul lavoro degli altri fa fortuna: se fosse forte e bravo metterebbe a frutto la sua capacità di fare impresa e non le scorciatoie illegali, imboccate le quali tutti sarebbero bravi a fare quattrini e successo. Sono uomini e donne che non ce la fanno da soli e per non perdere la partita prima di tutto con sé stessi sono pronti a scappare con il pallone pur di convincersi........
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