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Abbattere le diseguaglianze: Mamdani e la nostra legge 328

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Qualche commentatore l’ha chiamata “la rivoluzione dei bambini”. Parlava di Zohran Mamdani, il neo sindaco di New York che ha vinto le elezioni anche mettendo al centro gli interventi scolastici e sociali a favore dell’infanzia per sostenerne lo sviluppo ed evitare diseguaglianze che rischiano di accentuarsi negli anni successivi. Già, evitare che le diseguaglianze aumentino… Bel modo di concepire la politica, il modo che mi ha attratta da sempre e che è alla base anche della scelta di essere un’assistente sociale. Si può fare politica così e c’è stato un tempo in cui l’Italia ha scelto di costruire un welfare che mettesse al centro le persone e le comunità. Venticinque anni fa, la legge 328 del 2000, voluta da Livia Turco, allora ministra della Solidarietà sociale – bel nome anche quello – ha disegnato un welfare territoriale, integrato, partecipato, capace di garantire diritti sociali e di valorizzare le reti della collettività in tutte le sue manifestazioni. Alla base di quella legge c’era l’idea di garantire a tutte e a tutti, in ogni angolo di questo variegato Paese, dei livelli essenziali senza i quali le diseguaglianze sarebbero aumentate, quella legge, come ha ricordato la stessa Turco in un’intervista, “ricorda la stagione politica e culturale in cui lo Stato si faceva carico della coesione”.

Oggi celebriamo quell’impianto, ma non possiamo ignorare la distanza tra la visione che lo ha ispirato e la realtà che vediamo ogni giorno nei servizi dove lottiamo contro un sistema che troppo spesso dimentica quanto sia fragile la sua infrastruttura umana. La 328 ha istituito il Servizio Sociale dei Comuni come funzione pubblica fondamentale capace di costruire la presa in carico, la protezione, l’accompagnamento, la possibilità concreta di esercitare i diritti. Eppure, per anni, questa funzione è stata frammentata, compressa, resa instabile da progetti a scadenza, personale precario e risorse distribuite a singhiozzo.

Il paradosso è evidente: mentre il bisogno sociale cresceva – povertà, non autosufficienza, nuove disuguaglianze, solitudini invecchiamento della popolazione – i servizi territoriali diventavano più sottili, più deboli, più diseguali. Eppure proprio da questa fragilità la legge che compie 25 anni torna oggi attuale. Le Linee guida per gli Ambiti Territoriali Sociali, approvate nel 2025, il riconoscimento dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (Leps)  tra cui la necessità di équipe multidisciplinari, segnano un passaggio storico: la piena assunzione, da parte dello Stato, della responsabilità di garantire su tutto il territorio nazionale livelli uniformi di protezione e assistenza.  È un passo che completa idealmente la legge del 2000, ma che richiede........

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