Millo e il gesto sovversivo dell'abbraccio
Ero fuori dalla porta dell'aula dove stavo per sostenere l'orale della maturità.
Erano gli inizi degli anni 90, avevo scelto le due materie da portare, si faceva così all'epoca, avevo sentito notte prima degli esami, avevo fatto tardi e dormito poco insomma avevo fatto tutto quello che c'era da fare.
Soprattutto ero pronto.
Due minuti prima di essere chiamato arriva il mio amico Andrea che mi porge il programma di italiano e il libro di letteratura.
Nel caso ti fosse sfuggito qualcosa te la leggi al volo adesso, mi dice.
Io so tutto, con superiorità do un'occhiata ai fogli e gli occhi mi cadono sul nome Novalis.
Quando lo abbiamo fatto Novalis?
Perché sta nel programma Novalis?
Ma soprattutto... chi cazzo è Novalis?
Prendo il libro, cerco la pagina, dagli "Inni alla notte", una poesia.
La natura, il sogno, il misticismo, ok dai, ci sono.
Mi chiamano.
Geografia astronomica va liscia senza problemi.
Il commissario di italiano mi fa i complimenti per il tema poi mi scruta, si gratta la testa, prende il programma e mi comunica che vuole chiedermi una cosa che finora non ha mai chiesto, una cosa che sta nel programma e lo incuriosisce.
Gli inni alla notte di Novalis.
Dal fondo dell'aula si sente nitidamente una voce: "Che culo."
È Andrea.
Il commissario mi dice che vorrebbe che gli dicessi una sola parola, un vocabolo in grado di esprimere il concetto della poesia.
Ci penso un secondo, mi viene malinconia ma poi dico serenità.
Lui si esalta, l'esame per lui è finito, era proprio la parola che voleva sentire, serenità.
Non so bene perché questo ricordo di adolescenza mi sia tornato alla mente in modo quasi prepotente qui, ora, mentre sono davanti a due giganti personaggi gonfiabili sul Lungotevere, a Roma, più o meno all'altezza di Ponte Sant'Angelo.
Li ha messi qui Millo, un artista che ha dipinto i muri di mezzo mondo con i suoi esseri umani sempre più grandi della città che li........
© HuffPost
