La riflessione Cosa posso fare io per Gaza: i piccoli gesti e quella lezione grande
Una manifestazione pro Gaza a Bangalore, in India - Ansa
La piazza, sì, per dire che non sono anestetizzata, che mi sono accorta di quello che sta accadendo, che non ci sto: però poi in piazza finisco sotto una bandiera, ne vedo un’altra imbrattata, qualcuno là avanti lancia le bottiglie, grida, insulta, qualcuno augura la morte a qualcun altro.
Cosa sto facendo, qui, per Gaza?
La Flotilla allora, da appoggiare sui social e tra gli amici, per dire che serve una mobilitazione politica, un segnale forte, che se qualcuno corre un rischio è perché chi ci governa decida di muoversi, di battere un colpo: però poi finisco tra le file di un partito, arruolata contro un altro, ed ecco di nuovo gli insulti, gli slogan, le strumentalizzazioni.
Cosa sto facendo, così, per Gaza?
Scrivo – mi convinco che resta almeno questo – per raccontare attraverso fatti documentati la strage degli innocenti che tutti devono vedere: però poi chi scrive, come me, a volte i fatti finisce per distorcerli, ricordando di volta in volta solo una strage, solo alcuni innocenti.
Alla fine non riesco più a tenerlo dentro, devo dirlo ad alta voce, devo chiederlo ai colleghi in riunione, ai genitori davanti a scuola, agli amici e in famiglia: ma cosa posso fare, io, per Gaza?
Permettetemi di farvi un breve elenco delle risposte che ho........
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