Riportiamo la Costituzione nelle prigioni italiane
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Un crollo rovinoso minaccia la casa comune, ha detto l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel discorso alla città per la festa di Sant’Ambrogio. Uno dei segni del pericolo è l’«intollerabile situazione delle carceri e la repressione come unica soluzione». Ne sono segni anche lo smarrimento dei giovani, le città che espellono i loro cittadini, il declino del welfare, un capitalismo basato sull’indifferenza. Ma mentre è più facile riconoscere in questi fenomeni manifestazioni di un grave pericolo – ne percepiamo tutti gli effetti – il segno di un modo intollerabile di trattare i carcerati va controcorrente: riguarda, infatti, uomini e donne separati dagli altri e invisibili agli occhi dei cittadini comuni.Parole troppo severe quelle di monsignor Delpini? Il suo è un linguaggio apocalittico? Anche quelle di Giovanni Battista, ha detto Leone XIV, sembrano troppo severe. Sempre più spesso la Chiesa deve gridare nel deserto. Ed è un deserto quello in cui viviamo oggi, perché il primato del business ha generato una cultura del nemico e una legge del più forte che minacciano tutte le forme di convivenza umana. Le guerre che dilagano nel mondo umiliano le organizzazioni internazionali con cui i nostri padri hanno sognato di costruire una casa per l’intera umanità. Per lungo tempo l’Occidente ha rappresentato una casa per........
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