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Il tennista sempre instabile, un prodigioso incrocio tra i Metallica e Mozart

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20.10.2025

Un prodigioso incrocio tra i Metallica e Mozart“: così David Foster Wallace descriveva il tennista professionista. Una creatura in bilico costante tra furia e grazia, tra violenza controllata e bellezza millimetrica. E mai come in questo momento dell’anno quella frase torna attuale. Siamo alla fine della stagione tennistica. Un calendario lungo undici mesi che, salvo una breve pausa tra fine novembre e dicembre, non lascia respiro. I tennisti si ritrovano a giocare il tutto per tutto nel rush finale: punti per la classifica, qualificazioni alle Finals, conferme, riscatti. Le pressioni aumentano, i ritiri anche. La tenuta psicologica viene messa a dura prova.

Non è un caso. Il tennis, più di altri sport, richiede una continua gestione emotiva. Non c’è squadra, non ci sono timeout, non ci si può nascondere. Si è soli in campo, esposti, nudi. Il gesto tecnico si intreccia con l’ansia, la fatica mentale, le aspettative. Ogni partita diventa un campo di tensioni, tra corpo e pensiero, tra strategia e resistenza interiore. Nel nuovo capitolo della nostra mappa, il viaggio del tennista si interseca con la psicologia e con l’esperienza religiosa. C’è qualcosa di profondamente spirituale nel tennis giocato a qualsiasi livello. Non in senso........

© Varese News