Il Nord America visto dai sedili di Uber
Il Nord America si lascia raccontare meglio dai sedili posteriori di un’auto Uber che dalle pagine dei manuali. È lì che emergono le vite intrecciate di chi è arrivato da lontano, con valigie cariche di speranze, paure e contraddizioni.
A Toronto mi è capitato di salire sulla macchina di un cinquantenne iraniano. Vive in Canada da tre anni con la famiglia, uno dei figli ha fatto parte della Guardia nazionale militare. Aspetta la cittadinanza, che dovrebbe arrivare tra un paio d’anni, e già sogna di tornare in Iran, convinto che le cose cambieranno, che Trump e Israele libereranno il suo Paese, come a suo dire hanno già iniziato a fare con i bombardamenti recenti. Intanto, però, spera che il figlio resti a Toronto, a costruirsi un futuro migliore. Lui, in Iran, era impiegato in una grande azienda meccanica. Qui guida un’auto per far quadrare i conti.
Dall’altra parte del confine, a Boston, un........
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