Giovani al bivio: tra stipendio e vocazione. Cosa ci insegna Giuseppina Aliverti
Questa settimana mi ha colpito il dubbio di un giovane ingegnere appena laureato. Di quelli bravi, lucidi, curiosi. Uno che ha studiato tanto e oggi ha davanti a sé un bivio: accettare una proposta di lavoro concreta o continuare la magistrale. «La proposta è buona, i soldi anche. Ma io non mi vedo a compilare documenti. Ho bisogno di capire, di fare, di muovermi. Non voglio finire tra le scartoffie».
Non è indecisione, ma una domanda autentica: quale tipo di futuro voglio costruire? In questo dubbio ho visto un tratto comune con una donna che pochi ricordano nella nostra provincia: Giuseppina Aliverti, nata a Somma Lombardo il 4 dicembre 1894, da Carlo e Antonietta Piantanida, con due sorelle (Teresa e Rosa) a cui rimase molto legata. Cresciuta in una famiglia della media borghesia, è tra le prime italiane a laurearsi in fisica con lode, nel 1919 all’Università di Torino. Dopo anni come assistente e aiuto di Alfredo Pochettino, nel 1931 consegue la libera docenza in geofisica e meteorologia, e dal 1932 diventa docente incaricata di geodesia, geofisica e........





















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